L’EMOZIONE NELL’EDILIZIA DEL PASSATO

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Avete mai pensato a come gestivano le commesse le generazioni passate?

Non c’erano computer e di conseguenza i famosi fogli di calcolo elettronico che oggi usiamo per la contabilità.

Non c’erano gestionali che riuscivano a contenere migliaia e migliaia di dati.

Mancavano anche quei programmi di elaborazione grafica che oggi ci permettono, con pochi movimenti di mouse, di creare immobili finiti con uno sforzo decisamente minore.

Una volta si usavano le calcolatrici meccaniche con la manopola ed i disegni venivano fatti a mano.

Sì, i tecnici di cantiere dovevano essere anche degli artisti…!

Oggi abbiamo la fortuna di collaborare con Carlo, che ha lavorato molti anni nell’impresa edile di Luigi Marchetti (padre di Alessio e Nicola).

Abbiamo parlato con lui e ci ha descritto “com’era ai suoi tempi” portandoci del materiale incredibile.

È affascinante sentire le storie del passato, vedere quanto ancora un uomo di oltre 70 anni si emozioni di fronte ad un lavoro che ha seguito in prima persona.

Nello specifico siamo rimasti ad ascoltarlo mentre ci raccontava di questo:

LAVORO DI CONSOLIDAMENTO DI N° 3 PONTI POSTI RISPETTIVAMENTE ALLE PROGRESSIVE KM 92+740/ 92 +874 e KM 159 +774 DELLA LINEA FERROVIARIA MILANO – VENEZIA.

Era settembre 1992…esattamente 31 anni fa e teniamo tra le mani la sua cartellina, ormai ingiallita dal tempo.

All’interno ci sono i disegni fatti a mano da Carlo, la lettera che attesta che lui sarà il D.L., il contratto ancora in lire che riporta i relativi numeri, il piano generale della sicurezza…

Incredibile!

E’ bello vedere come, tenendo quelle carte tra le mani, gli occhi di Carlo diventino più dolci e lucidi…

Sentire la sua voce che trema ricordando quei momenti…

E per noi, chiudere gli occhi ed immaginare di tornare nel passato ed essere lì con lui, ci sembra di sentire il rumore dei mezzi d’opera, gli operai che usano gli attrezzi di lavoro…

Questo è ciò che vogliamo per Fratelli Marchetti.

Vogliamo portare i nostri collaboratori più giovani a vedere quanto valore rimane nel gestire un cantiere, quale sia il valore più profondo dell’essere il responsabile di una commessa, di portarli un giorno ad avere quel sano velo di malinconia che ancora oggi Carlo prova quando stringe tra le mani una delle sue cartelline.

Quel complesso computo o quelle difficoltà nel risolvere le situazioni oggi saranno i vostri successi di domani, che potrete, se avrete la fortuna, raccontare alle nuove generazioni di tecnici che verranno, facendoli emozionare un po’ come noi oggi.

Grazie Carlo, di aver condiviso con noi la tua storia, hai arricchito anche noi.

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